Ecoprofughi

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Migrazioni forzate di ieri, di oggi, di domani

di Calzolaio Valerio

Edito da Nda Press

Presentazione

Tanti parlano delle migrazioni, di emigrazioni, di immigrazioni perché migrare è costitutivo della vita delle specie umane sulla Terra. In questo libro si offre un affresco di archeologia, preistoria e storia delle migrazioni, fin dalle prime della storia umana.

Migrazioni provocate dal clima ci sono sempre state e il fenomeno migratorio riguarda anche molte altre specie viventi; le migrazioni umane sono state sempre causate da un mix di libertà umana e costrizioni contestuali; le migrazioni più obbligate o forzate sono dipese da singoli imprevisti/eventi ambientali/climatici o da guerre/conflitti.

Il testo affronta la contemporanea realtà delle migrazioni forzate politiche (i rifugiati) e ambientali (senza status) e dei cambiamenti climatici globali. Studiosi e scienziati di varie discipline concordano nel considerare obbligati nuovi ampi flussi migratori per l’innalzamento del livello del mare, la crescita di frequenza e intensità di eventi meteorologici estremi, la diminuzione della disponibilità di risorse idriche. Nell’era della globalizzazione mutano mobilità e migrazioni, già vi sono e d’ora in poi vi saranno ancor più migrazioni forzate da cambiamenti climatici provocati dall’uomo, prevedibili nell’area geografica e nel periodo storico, soprattutto dall’Africa, soprattutto attraverso il Mediteranno, soprattutto nel prossimo ventennio. Calzolaio fa il punto sul negoziato climatico e propone varie opzioni per prevenire e assistere i profughi climatici.

Problematiche ambientali in Mali

Il Mali in questi anni dovrà affrontare numerose sfide ambientali, tra cui la desertificazione, la deforestazione, l’erosione del suolo, la siccità e l’insufficiente approvvigionamento di acqua potabile. La deforestazione è in particolare sotto la lente d’ingrandimento del Ministero dell’ambiente il quale stima che la popolazione consumi 6 milioni di tonnellate l’anno di legno per gli usi più diversi. A causa di ciò circa 400.000 ettari di copertura vegetale vengono persi ogni anno (una regione vasta come il Molise), aggravando la sostenibilità ambientale delle aree semidesertiche e di savana che vedono l’avanzata del Sahara.

A cura di M.B.

DA WIKIPEDIA “GEOGRAFIA DEL MALI”

L’acidificazione degli oceani

In questo breve articolo di Greenpeace, si sottolinea come il processo di acidificazione degli oceani, causata dall’emissione di CO₂ nell’atmosfera, abbia un impatto drammatico sugli ecosistemi marini.

L’acidificazione degli oceani, ovvero il passaggio dal pH naturale degli oceani, corrispondente a 8,2 in una scala da 0 a 14 (con massima acidità 0), ad un pH sempre più vicino alla soglia di neutralità, ovvero 7, mette in pericolo infatti la sopravvivenza di molti organismi marini il cui scheletro e guscio è composto da ioni carbonato, di cui essi verrebbero privati a causa dell’acidificazione.

Questo fenomeno investe con effetto domino barriere coralline, scrigno di biodiversità, e specie marine alla base delle reti alimentari, quali il fitoplancton, che da solo produce il 50 % dell’ossigeno che respiriamo, e potrebbe favorire la diffusione di alcune specie a scapito di altre.

L’ecosistema marino, già messo a dura prova da cambiamento climatico, inquinamento e pesca distruttiva, rischia di disintegrarsi a poco a poco con effetti devastanti anche sull’uomo.

Nonostante la consapevolezza della sostanziale irreversibilità del fenomeno, i danni peggiori possono essere minimizzati solo attraverso una decisa riduzione delle emissioni di CO₂.

A cura di M.B.