La grande sete del Lago di Bracciano

La situazione del lago di Bracciano è critica: l’allarme arriva dai comuni rivieraschi e dalle associazioni ambientaliste, che hanno osservato un inesorabile abbassamento del livello del lago al di sotto dello zero idrometrico e la formazione addirittura di secche. La Regione Lazio ha per questo motivo disposto il divieto di captazione dal 28 luglio. La situazione non è migliore per altri laghi in Italia; due piaghe messe in risalto, oltre alla siccità, sono la presenza di batteri derivanti da scarichi fognari non depurati ( il 50% dei campioni analizzati provenienti da foci, piccoli canali e torrenti nei pressi dei laghi sono risultati fuori norma) e la presenza di rifiuti, tra cui plastica (tra cui le famigerate microplastiche), carta, vetro e metallo. Tutto ciò deriva da un’incuria diffusa e cattiva gestione a monte che va combattuta per poter preservare l’ecosistema dei laghi.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBLICA”

L’emergenza idrica a Roma

A Roma 1,5 milioni di cittadini rischiano di ricevere l’acqua dai loro rubinetti a singhiozzo; infatti il governatore del Lazio Zingaretti ha lanciato l’allarme sulla catastrofe ambientale che si sta consumando sul lago di Bracciano, il cui livello è diminuito drasticamente. In un rimpallo di responsabilità dialogano Acea, Zingaretti e Raggi, ma i romani rischiano seriamente, entro pochi giorni, di vedersi razionare l’acqua.

A cura di M.B.

DA “LA STAMPA”

Muschi al posto dei ghiacci in Antartide

Un ulteriore segnale del riscaldamento globale fuori controllo è la crescita di specie vegetali in luoghi che, fino a poco tempo fa, sarebbero stati per loro inospitali, ed un esempio è la crescita del muschio in Antartide, che si giova della temperatura sempre meno rigida. I dati provengono da uno studio svolto dalla Exeter University e pubblicata su Current Biology: la ricerca, che si basa su informazioni degli ultimi 150 anni, afferma come in soli 60 anni (dal 1950) ci siano stati significativi cambiamenti nella distribuzione del muschio a causa dell’aumento delle temperature (che risulta oggi nelle aree polari di circa 2,5 gradi rispetto all’era preindustriale). Mutamenti non solo nelle temperature ma anche nel regime dei venti e delle precipitazioni, hanno concorso a modificare il paesaggio stesso dell’Antartide, sempre più priva di ghiacci e sempre più soggetta all’alterazione dei suoi equilibri biologici. Se non si agisce in fretta per contenere e rallentare il riscaldamento globale, si potrebbe andare incontro ad una disintegrazione totale dei ghiacci dell’Antartide, che vorrebbe dire l’innalzamento del livello dei mari di circa 5 metri.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Gli Stati Uniti senza ghiacciai

Secondo uno studio dell’US Geological Survey, tutti i ghiacciai americani, tranne quelli dell’Alaska, saranno fusi nel giro di pochi decenni; solo per fare un esempio, studiando il ritiro di 39 ghiacciai in Montana, al confine col Canada, negli ultimi 50 anni, è stata riscontrata una perdita di circa 85 % di ghiacci. Tutto ciò avviene mentre Trump deve decidere tra il mantenimento dell’impegno di Parigi, auspicato dalla figlia Ivanka e altri membri del suo staff, e l’annullamento di esso, per il quale spinge il nuovo capo dell’Epa, Scott Pruitt.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Il Trentino chiude i rubinetti al Veneto

L’acqua, in quota, in Trentino e Alto Adige sta scarseggiando, i laghi di montagna si stanno prosciugando per la scarsità di piogge e dunque la regione ha “chiuso i rubinetti” al Veneto, a sua volta assetato dall’assenza di precipitazioni. Il Veneto aveva chiesto aiuto alla regione Trentino a monte per implementare il corso dei fiumi fino a valle, ma nonostante gli iniziali sforzi fatti da quest’ultima con turbine elettriche poste sul fondale del lago di Santa Giustina in Val di Non, l’acqua che scorreva a valle risultava ancora insufficiente. Ora purtroppo il lago di Santa Giustina è ai livelli minimi, l’acqua è scarsa, limacciosa e torbida, tanto che i pescatori locali, abituati a un bottino di carpe, anguille e trote argentate in primavera, non ricordano una situazione simile. Il Trentino dunque non può più permettersi la solidarietà.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.