L’aumento di anidride carbonica impoverirà i raccolti di proteine e ferro

Entro il 2050, secondo uno studio di Harvard, alimenti come il grano e il riso vedranno una drastica diminuzione del loro valore nutritivo a causa dei livelli di anidride carbonica. Lo studio è stato pubblicato su Environmental Health Perspectives, e sappiamo che a soffrirne maggiormente saranno i paesi sviluppati, i cui abitanti perderanno il 5 % del loro fabbisogno proteico. La rivista Geohealth che si è espressa sullo stesso tema ha invece sottolineato la riduzione dell’apporto di ferro, con conseguenze negative sulla salute umana come i disturbi legati alla carenza di sali minerali.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Il clima è già cambiato e in Emilia Romagna un po’ di più

In Emilia Romagna le carenze idriche hanno interessato tutto il territorio fatta salva l’area costiera, e sono dell’ordine del 20-40%, cifre destinate ad aumentare dato che non sono previste variazioni meteorologiche significative nei prossimi 15 giorni. Rileva meteoparma.com che il record della media generale per la terza decade resisteva da ben 95 anni e viene quindi aggiornato: 2017: 24,1°; 1922: 23,9°. Con la temperatura di 33,7° del giorno 30 non è caduto il record mensile sull’estrema massima (che rimane di 35,7° del 2009); a cadere è stato il record della media massime relativamente alla terza decade: 30,6° (scarto sulla norma di ben 4,5°); superato il 30,1° degli anni 2009 e 2005. Stabilita anche la minima mensile cittadina più alta, il giorno 31 con 22,0°; valore che ha ritoccato il precedente record di 21,8° del 26 maggio 2009. Nel complesso una primavera decisamente molto calda (la seconda più calda), come molte volte è successo negli anni duemila, e la cui media è stata superiore alla norma di 2,1°, che per un periodo di tre mesi è veramente tanto:2007: 16,5°; 2017: 16,3°; 2011: 16,1°. La media delle massime di 21,9° (+2,6°) è stata la terza più alta della serie dopo il 1945 e il 2007; la media delle minime di 10,8° (+1,5°), la quarta più alta dopo il 2007, 1934, 2005. A Parma il deficit delle piogge è del 46% ed è la quarta più secca mai registrata. La gestione degli invasi d’acqua sta diventando una priorità economica ed ambientale in queste zone. L’Emilia Romagna è una regione preziosa per la sua produzione agricola ma non solo: è anche la regione più verde d’Italia, con 611 mila ettari (pari ad un terzo del territorio) coperti da boschi, i cui alberi, come sappiamo, assorbono e riducono la CO nell’aria.

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A cura di M.B.

Siccità e danni all’agricoltura per un miliardo di euro

Dopo la seconda primavera più calda dalla fine dell’ottocento, con due gradi in più rispetto all’era preindustriale, l’agricoltura italiana è in ginocchio: fiumi in secca (il Po è asciutto), ortaggi, frutta e cereali dimezzati, animali con scarso foraggio e produzione di prodotti caseari come la mozzarella di bufala in crisi. La Coldiretti lancia l’allarme per le condizioni molto difficili della produzione agricola, causate da un calo del 52% delle precipitazioni, che ha portato ad una crisi idrica a livello nazionale. Le perdite dei primi sei mesi del 2017 ammontano a circa un miliardo di euro. La Sardegna, l’Emilia Romagna e il Veneto sono già in stato di emergenza in tutti i settori agricoli, con perdite fino al 40% della produzione. Anche il centro e il sud stanno subendo una grave crisi agricola, come ad esempio in Puglia, dove il “granaio d’Italia” ha perso 50% della sua produzione. Questa situazione ha obbligato gli agricoltori ad anticipare la stagione irrigua, con costi notevoli.

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A cura di M.B.

Siccità: l’Emilia Romagna chiede lo stato di emergenza

La richiesta dello stato di emergenza nazionale sarà formalizzata questa settimana con la firma del Presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. La crisi idrica ha colpito l’intero territorio regionale e non sono previste variazioni a breve nelle temperature e nelle precipitazioni. Servono misure straordinarie per fronteggiare la situazione drammatica del settore potabile e agricolo; le riserve idriche hanno risentito pesantemente della siccità. In particolare a Piacenza e Parma sono stati riscontrati i deficit maggiori, con 40/50% di pioggia in meno rispetto alla norma.

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A cura di M.B.

Giornata della biodiversità: Coldiretti, in Italia persi 3 frutti su 4

La biodiversità ha subito una grave perdita nell’ultimo secolo e Coldiretti stima che 3 varietà di frutta su 4 ormai siano introvabili in Italia; tuttavia il problema non riguarda solamente le varietà di vegetali e frutta ma anche gli animali. Non si tratta solo di conservare il valore naturalistico della biodiversità ma di difendere il made in Italy, di difendere la produzione di qualità del nostro paese, nota in tutto il mondo. In Italia nel secolo scorso erano presenti ben 8000 varietà di frutta, mentre oggi se ne contano solo 2000, di cui 1500 minacciate dalla distribuzione commerciale che favorisce grandi quantità e prodotti standardizzati. La buona notizia è che l’Italia negli ultimi anni è entrata a far parte dei paesi più virtuosi d’Europa per ciò che riguarda l’agricoltura green (conta 60.000 aziende agricole biologiche), la consapevolezza dei consumatori e la messa al bando degli Ogm e gli ormoni nella carne. Inoltre si contano 4965 prodotti tradizionali censiti in Italia tra Doc/Docg e Dop/Igp, i cui “custodi” sono contadini che si occupano di mantenere viva la produzione di queste prelibatezze locali e favorire la riscoperta di specie vegetali dimenticate come la pera cocomerina, le giuggiole e il corbezzolo. Va riconosciuto anche l’impegno degli allevatori, che hanno scongiurato l’estinzione di 130 specie animali, tra cui la gallina di Polverara, la capra Girgentana e l’asino romagnolo. Nell’occasione della 17esima Giornata mondiale per la biodiversità, è necessario ribadire con forza che la protezione della flora e della fauna a rischio non è più rimandabile e che già la biodiversità si è ridotta del 40 % tra il 1970 e il 2000. Varie regioni saranno coinvolte nell’organizzazione di eventi per far conoscere le specie vegetali locali, Legambiente darà appuntamento ad Ostia per parlare di spiagge fondali puliti, mentre il Muse a Trento si occuperà di far conoscere al pubblico le farfalle tropicali delle foreste pluviali.

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A cura di M.B.