Smog: Pechino dichiara guerra al carbone

La capitale cinese si prepara a mettere al bando entro il 2020 le centrali elettriche a carbone, per puntare tutto sulle fonti di energia rinnovabile. La Cina, con la sua crescita esponenziale di aziende e impianti produttivi, ha utilizzato massicciamente negli ultimi anni i combustibili fossili, ma ora la situazione smog è diventata insostenibile e si corre ai ripari.

A cura di M.B.

DA “IL METEO”

Stephen Hawking: la Terra diventerà come Venere

L’astrofisico Stephen Hawking, criticando la scelta del presidente Trump di ritirarsi dagli accordi di Parigi, lancia quella che potrebbe essere più di una provocazione; Hawking sostiene che la terra potrebbe, in un futuro, a causa dell’assenza di politiche di riduzione dei gas serra, raggiungere una temperatura di 250 gradi con presenza di piogge di acido solforico, molto simili a quelle che si verificano su Venere. La “stella del mattino”, con ogni probabilità era, in origine, molto simile alla terra, ma si è degradata col tempo a causa delle emissioni di anidride carbonica. Oggi è un inferno di vulcani attivi, tempeste di fulmini e nuvole opache, la cui temperatura raggiunge i 450 gradi e la cui pressione è 100 volte quella della terra. Che sia lo specchio del nostro potenziale destino se non riduciamo le emissioni di CO? Pare di sì e Hawking aggiunge di più: l’unica speranza per l’uomo è la costruzione di colonie nello spazio.

A cura di M.B.

DA “IL CORRIERE DELLA SERA”

Boom di estrazioni e vendite: il ritorno del carbone minaccia l’accordo di Parigi

Nella prima metà del 2017 la produzione e utilizzo di combustibili fossili è aumentata in tre delle nazioni che si erano impegnate sottoscrivendo l’accordo di Parigi: Cina, India e Stati Uniti. La tendenza al calo della produzione di carbone si era registrata a partire dal 2012 (secondo la compagnia britannica Bp), favorita da produzione di gas naturali a prezzi economici e sviluppo delle rinnovabili, una tendenza che si è bruscamente invertita con un incremento del 6 % della produzione totale rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con l’impennata più significativa data dagli Usa, con 19 % in più, seguita da Cina e India al 4 %. Gli Stati Uniti, ormai fuori dall’accordo di Parigi per scelta del presidente Trump, che ha deciso di assecondare in questo modo il suo elettorato, dovranno fare i conti non solo col mercato, ma anche con il G20 organizzato ad Amburgo dalla cancelliera Merkel per il 7 e 8 Luglio, la quale ha proposto un’agenda con al centro temi come l’ambiente, il libero commercio e le migrazioni, in forte contrapposizione con Trump. Tuttavia, i veri effetti delle nuove politiche americane non sono ancora osservabili. Se Cina e India invece, formalmente all’interno dell’accordo, dovessero violare i limiti auto-imposti, l’intesa di Parigi sarebbe al capolinea, senza speranze di raggiungere l’obiettivo (già al limite dell’utopia) fissato nel 2015. E’ possibile che si tratti, per questi due paesi, di una tendenza temporanea, volta ad utilizzare il carbone fossile per esigenze immediate (in India il problema dell’elettricità per i cittadini) o perché vi è ancora tempo per applicare gli standard (è il caso della Cina, che ha tempo fino al 2030). La Cina, d’altro canto, punta ad una leadership mondiale nel settore delle rinnovabili e al G20, insieme all’India, è intenzionata a confermare il proprio impegno. Se India e Cina manterranno la promessa, forse Trump sarà isolato, mentre se questo aumento di produzione del carbone fossile rivelasse le vere intenzioni delle due potenze asiatiche, l’accordo sarà messo in discussione.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.

Meno anidride carbonica e più lavoro

Il World Energy Council Italia e l’Associazione Italiana per il Clima hanno di recente firmato la Carta di Trevi, ovvero un decalogo per la transizione a basse emissioni serra, approvato a seguito del meeting organizzato da WEC. La Carta di Trevi sottolinea l’importanza di un’azione corale da parte di cittadini, istituzioni e industria per ottenere vantaggi economici, ambientali e occupazionali dalla transizione alle energie pulite. Il meeting di tre giorni ha visto la partecipazione di operatori del settore energetico, stakeholders, politici e amministratori, che hanno convenuto sulla necessità che in Italia vi sia da un lato un sistema energetico con una fornitura stabile e competitiva dal punto di vista dei prezzi e dall’altro che si rispettino gli impegni presi a Parigi. Per raggiungere questi obiettivi bisogna intervenire sulla mobilità, uno dei settori in cui l’impatto ambientale resta più alto, e sulla forza lavoro; si stima che nei settori low carbon dell’energia lavorino attualmente 9 milioni di persone (tra il 30-50% dei ricercatori di energie innovative), ma che nel 2020 se ne aggiungeranno altri 5 milioni e fino al 2030 altri 6,3 milioni.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Milano: aria irrespirabile per il biossido di azoto

I milanesi dell’associazione Cittadini per l’Aria, che si occupa di temi ambientali, hanno studiato la quantità di biossido di azoto presente nella loro città come dei veri ricercatori: hanno posto delle fiale per la misurazione dei livelli di biossido presso le loro abitazioni, il posto di lavoro e le scuole dei loro bambini. Il risultato è impressionante: a livello mensile, il 96 % delle fiale ha rilevato una presenza di biossido di azoto ben oltre i limiti di legge (40 milligrammi per metro cubo su base annua). La zona più salubre è risultata Niguarda, mentre Certosa è risultata la più dannosa per la salute (rispettivamente 24 e 89 milligrammi per metro cubo). Il 46 % dei rilevatori ha riscontrato tra i 50 e i 60 milligrammi, mentre il 29 % dei rilevatori ha riscontrato oltre i 60 milligrammi. Viale Bodio, viale Certosa, viale Majno e viale Porpora superano gli 80 milligrammi. In base ai dati ottenuti su scala mensile è inoltre stata fatta una stima delle concentrazioni annue di biossido di azoto, col risultato che l’84 % delle zone campionate superano il livello consentito e solo 35 campioni su 219 rivelano una concentrazione inferiore a 40 milligrammi per metro cubo all’anno.

La presidente dell’associazione, Anna Gerometta, è convinta che sia ora di dare ai milanesi la possibilità di vivere in una città salubre, cambiando il sistema dei trasporti ed introducendo progressivamente delle restrizioni e tariffe per l’entrata dei veicoli diesel (oggi il 50 % di quelli circolanti in città), che emettono quantità di biossido di azoto 4-5 volte il limite consentito. Ne va della salute dei cittadini, soprattutto le fasce più deboli come anziani e bambini, oltre alle persone che presentano patologie respiratorie.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.