NASA: Addio monitoraggio gas serra. Trump taglia i fondi

Il Carbon Monitoring System voluto da Barack Obama è stato smantellato, come la maggior parte delle sue politiche ambientali, da Trump. Il settimanale Science rivela che i 10 milioni di dollari l’anno destinati alla NASA per le attività di monitoraggio dei gas serra per restare nei limiti dell’Accordo di Parigi, saranno ora destinati altrove. L’amministrazione Trump ha furbescamente aggirato il problema di discutere il taglio dei fondi (aveva precedentemente negato di voler tagliare il Carbon Monitoring System), semplicemente “dimenticandosi” di aggiungere la voce del monitoraggio dei gas serra alla lista dei programmi da finanziare della NASA nel testo di legge della nuova riforma fiscale.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

 

ISPRA: 259 pesticidi nelle acque italiane

I pesticidi sono presenti nel 67% delle acque superficiali e nel 33% di quelle sotterranee e presentano valori fuori norma rispettivamente nel 23, 9% e nell’8,3% dei casi. Questi sono i risultati delle analisi del rapporto 2018 sui pesticidi nelle acque italiane dell’ISPRA, che ha messo insieme i risultati dell’analisi di ben 35.353 campioni provenienti da diverse regioni, trovandovi 259 tipi di pesticidi, soprattutto erbicidi, che facilmente si diffondono con le piogge. I danni dell’agricoltura intensiva si fanno sentire col loro carico di sostanze chimiche bandite da anni che permangono nelle nostre falde acquifere, nell’acqua che beviamo. Il glifosate e il suo metabolita Ampa sono le sostanze che generano più sforamenti nelle quantità e vi sono erbicidi messi al bando che dopo decenni sono ancora presenti nelle acque sotterranee, dove i processi sono sempre più lenti che in superficie. In alcuni campioni sono state isolate ben 50 sostanze diverse. Nei fiumi e nelle falde le sostanze chimiche tendono anche a miscelarsi, con effetti devastanti e imprevedibili. La diffusione di pesticidi nelle acque risulta più grave al nord, specialmente nella pianura padana (in Veneto, Piemonte e Friuli Venezia Giulia ben il 90% dei campioni è inquinato), mentre al centro e al sud sembra che la situazione sia migliore: bisogna tuttavia evidenziare come alcune regioni del Mezzogiorno come Puglia e Calabria non abbiano pressoché fornito alcun dato. L’unico lato positivo dello studio dell’ISPRA è il dato di flessione nelle vendite di prodotti fitosanitari in agricoltura, del 36-37% tra il 2003 e il 2016. Fondamentale, come sottolinea il direttore dell’ISPRA, sarà in futuro un’omogeneità di analisi delle sostanze chimiche nel suolo e nelle acque a livello nazionale, per tutelare l’intera popolazione e scoraggiare l’utilizzo di pesticidi in agricoltura il più possibile, mentre la posizione degli ambientalisti, più radicale, chiede all’Europa di implementare i sussidi per le aziende che utilizzano metodi biodinamici e bloccarli completamente a chi fa uso di pesticidi.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.

Emissioni inquinanti: 18 stati USA fanno causa a Trump

Ben 18 stati americani, capitanati dalla California e dalla corte di appello del District of Columbia, hanno fatto causa all’amministrazione Trump a causa dell’allentamento dei vincoli sulle emissioni di auto e camion da parte dell’Agenzia per l’ambiente (Epa). I cittadini di questi stati temono anche che l’Epa possa cancellare la norma introdotta dall’amministrazione Obama per cui ogni stato poteva decidere il proprio limite di emissione di gas serra. La California in particolare ha dichiarato guerra a Scott Pruitt, controverso dirigente dell’Epa, noto per le sue posizioni negazioniste sul cambiamento climatico.

DA www.ansa.it

A cura di M.B.

La plastica che soffoca il Mediterraneo

Una ricerca congiunta dell’ISMAR e dell’Università Politecnica delle Marche ha riscontrato come anche nel Mediterraneo, nel territorio italiano, esistano delle isole di microplastiche la cui estensione è paragonabile a quella dei vortici di plastica del Pacifico. I dati sono stati incrociati con quelli di Greenpeace, che ha effettuato una campionatura delle nostre acque nell’ambito del progetto dello scorso anno “Meno plastica e più Mediterraneo”. Ciò che è venuto fuori dalla campionatura, che ha coinvolto sia luoghi a forte impatto antropico (porti e foci di fiumi) che aree protette, è che i primi non risultano di molto più inquinati dei secondi; ci si aspetterebbe che a Portici (Napoli), le acque siano più inquinate che alle Isole Tremiti, tuttavia il livello di concentrazione delle microplastiche è simile. Riempiendo, per fare un esempio pratico, due piscine olimpioniche con l’acqua di Portici e l’acqua delle Isole Tremiti, nella prima piscina nuoteremmo immersi in 8900 pezzi di plastica e nella seconda in mezzo a 5500 pezzi. E’ dal 1950 che la produzione di plastica aumenta ininterrottamente e ogni anno 8 dei 300 milioni di tonnellate di plastica prodotti finisce in mare. Le microplastiche provengono da prodotti cosmetici e di uso personale (spesso monouso/usa e getta), ma anche da frammenti di oggetti di misura maggiore e imballaggi. Sono stati individuati ben 14 polimeri nelle plastiche rinvenute nelle nostre acque ma il polietilene è di gran lunga quello più diffuso. A breve arriveranno anche i risultati delle ricerche dell’UNIVPM sull’impatto delle microplastiche sui pesci e organismi marini delle nostre coste.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.

Le vittime dell’aria inquinata

L’OMS ha recentemente denunciato il macabro record delle vittime causate dall’inquinamento da polveri sottili: 7 milioni di persone decedute l’anno, più della TBC, l’AIDS  e molti di più rispetto a diabete e incidenti d’auto. L’inquinamento è inoltre causa indiretta di un’alta percentuale di morti per arresto cardiaco (24%), ictus (25%), cancro al polmone (29%) e altri tipi di patologie polmonari letali (43%).

Aumentano i morti causati dall’inquinamento in ambienti esterni (da 3 milioni nel 2016 a 4,5 milioni oggi) mentre diminuiscono quelle causate dall’inquinamento “indoor” (da 4,3 milioni nel 2016 a 3,8 oggi).  Solo in India e nell’area del Pacifico occidentale avvengono rispettivamente 2 milioni di decessi l’anno. Secondo l’OMS inoltre il 91% di noi respira quotidianamente alti livelli di smog e polveri sottili, e nonostante le numerose raccomandazioni di non superare la soglia consentita, molte megalopoli del mondo come Nuova Delhi o Città del Messico, la superano anche di cinque volte. Nel mondo i paesi più colpiti dai decessi sono India e Cina, seguite da Africa e Mediterraneo orientale (con 500.000 morti). Molto colpiti sono i bambini (le patologie polmonari sono prima causa di morte sotto i 5 anni), mentre le donne sono esposte a causa delle attività domestiche come cucinare con forni a carbone.  Mentre la Cina e il Messico fanno passi avanti sulla riduzione dell’inquinamento (la Cina sta investendo in energie pulite e il Messico vieterà la circolazione di auto a diesel), altri paesi come l’India rimangono ancora indietro e il bilancio delle morti è pesante. In Europa si cerca di contenere azoto e PM10, con sanzioni in arrivo per chi ancora non si adegua alle normative. L’OMS ha indetto per il prossimo autunno a Ginevra una conferenza mondiale sull’inquinamento dell’aria, per sperare di coinvolgere e sensibilizzare quante più persone possibile.

 

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.