Giappone: la furia del tifone Jebi

L’uragano più potente degli ultimi 5 anni si è abbattuto sul Giappone causando almeno 10 morti e 300 feriti. C’è però da giurare che il conto non sia definitivo nella prefettura di Osaka, la più colpita, dove mezzo milione di persone non ha più energia elettrica. L’aeroporto di Kansai ha subito 162 cancellazioni con più di 3000 passeggeri che vi hanno passato la notte, mentre una petroliera ha urtato violentemente un ponte a causa delle potenti raffiche di vento a 210 km orari. Piogge torrenziali e straripamenti di fiumi si sono verificati al passaggio di Jebi, che non ha colpito Tokyo.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Maltempo di fine estate in Italia

Il maltempo si è abbattuto con alluvioni e temporali forti con disagi da nord a sud della Penisola: un campanile di una chiesa è stato rovinato da un fulmine nello Spezzino, a Roma disagi per i semafori senza energia elettrica a Monteverde, a Napoli una tromba d’aria ha colpito la città. Disagi anche nelle Marche verso Ancona e Civitanova per allagamenti e in Friuli Venezia Giulia a Udine, dove è stato dichiarato lo stato di emergenza e sono arrivate 60 telefonate ai vigili.

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A cura di M.B.

I parassiti dei raccolti

Uno studio dell’Università di Washington ha evidenziato la voracità e il gran numero in costante aumento dei parassiti delle coltivazioni di cereali come riso, mais e grano nelle zone temperate del pianeta. E’ una condizione che si aggrava con l’aumento delle temperature, come è dimostrato dallo studio: per ogni grado in più si perderà dal 10 al 25% del raccolto a causa di insetti e parassiti, specialmente in USA, Francia e Cina. 213 milioni di tonnellate di cereali saranno perduti con l’aumento di due gradi: il 46% del grano, il 31% del mais e il 19% del riso. Gli insetti vedono aumentare il loro metabolismo e il loro tasso di riproduzione col caldo, dunque sarebbe opportuno affrontare il problema pesticidi prima possibile per affrontare anche questo lato dell’emergenza clima.

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A cura di M.B.

Il bilancio finale dell’uragano Maria a Porto Rico era sbagliato

Il governatore Ricardo Rossello di San Juan ha commissionato ad un anno di distanza uno studio sul reale bilancio delle vittime dell’uragano Maria a Porto Rico, affidandolo a Milton Institute of Public Health della George Washington University. Il bilancio iniziale parlava di 64 vittime, ma la realtà era ben diversa: i morti erano quasi tremila. D’altro canto lo scenario di devastazione con tetti scoperchiati, fango ovunque e città completamente sommerse, doveva far pensare: Rossello ora ammette la leggerezza commessa dalle autorità nel divulgare il dato delle vittime senza verificarne il numero. Si tratta tuttavia anche di persone decedute più tardi e alcune per effetto indiretto dell’uragano più potente che abbia colpito Porto Rico negli ultimi 90 anni.

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Si dimette Nicolas Hulot, ministro dell’Ambiente francese

Il ministro francese dell’Ambiente Nicolas Hulot ha deciso di gettare la spugna, a suo dire per una serie di “delusioni” e poca serietà e progettualità per ciò che riguarda il grande tema dei cambiamenti climatici. Il governo francese perde pezzi, ma l’accusa di Hulot è davvero pesante per il governo Macron: si sa quanto sia pressante il tema del riscaldamento globale e i suoi effetti su ecosistemi ed esseri umani e nonostante tutte le belle parole del presidente francese un suo ministro afferma senza giri di parole che è stato “lasciato solo” e che “non si può parlare di temi che ci riguardano tutti continuando tuttavia a mantenere un modello economico causa di tutti i disordini climatici”. Non c’è altro da aggiungere.

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A cura di M.B.