Mare di Barents senza ghiaccio tra pochi anni

Secondo uno studio norvegese, il mare di Barents, distesa di ghiaccio tra il nord della Norvegia e la Russia, tra il 2061 e il 2088 potrebbe rimanere completamente senza ghiaccio a causa del cambiamento climatico. Gli studiosi dell’Università di Bergen sono arrivati a formulare quest’ipotesi combinando i dati rilevati dal 1850 a modelli matematici di previsioni climatiche, oltre all’osservazione dei ghiacci del mare di Barents, la cui superficie invernale si è ridotta drasticamente negli ultimi anni. Tra l’Artico e l’Antartide la perdita di ghiaccio è ormai pari alla superficie dell’India, ovvero 4 milioni di chilometri quadrati.

A cura di M.B.

DA “IL METEO”

Maggiori decessi a causa dell’inquinamento

L’Università della Carolina del Nord ha condotto uno studio sull’aumento dei decessi a causa del cambiamento climatico: l’inquinamento sarà uno dei maggiori responsabili dell’aumento delle morti precoci nei prossimi anni. Il caldo e la scarsità di piogge porteranno all’aumento di sostanze nocive presenti nell’aria, le quali porteranno ad un peggioramento della salute umana generale.

A cura di M.B.

DA “IL METEO”

Dossier Coldiretti sulle regioni

Le coltivazioni e gli alpeggi di tutta Italia sono in grande crisi a causa della siccità e la mancanza di acqua: in Piemonte il settore cerealicolo rende solo al 30 % e il settore foraggero al 50 %. Il fieno per il bestiame scarseggia persino nei pascoli di montagna nel Nord Italia, in Trentino, Piemonte e Lombardia. La raccolta di frutta, uva e nocciole è in serio pericolo, mentre in Liguria si temono gli incendi, che minaccerebbero alberi da frutta e oliveti, mentre le coltivazioni del famoso basilico soffrono per la mancanza d’acqua. In Emilia circa 2/3 dei campi non hanno più acqua e lo stato di emergenza per Parma e Piacenza è già stato sancito, con danni stimati per 100 milioni; il Po è sceso fino a 3,5 metri sotto lo zero idrometrico nei pressi di Pavia. Il Veneto si è già mosso con piani per contingentare l’acqua, in quanto gli agricoltori hanno bisogno di bagnare i campi di soia, mais, barbabietole e frutta. Quest’ultima ha contato perdite fino al 100% in Trentino nella Val di Non, Val di Sole e Valsugana. La Toscana a sua volta ha subito perdite di 50 milioni di euro per il grano tenero e duro, oltre che per coltivazioni di mais, oliveti e vigneti. Nelle Marche invece i foraggi crollano del 50% e la produzione casearia, a causa dello stress della calura tra il bestiame, è diminuita del 20%.

A cura di M.B.

DA SITO “www.coldiretti.it”

Conferenza internazionale sulle microplastiche nel Mediterraneo

Le microplastiche sono minuscoli frammenti di plastica che si riducono a dimensioni millimetriche a causa delle correnti e possono rappresentare un serio rischio non solo per la flora e la fauna marine ma anche per la salute umana. Nel Mediterraneo la situazione sembra essere altrettanto, se non più grave, che nel Pacifico. A seguito di studi condotti dalla comunità scientifica internazionale (progetto “Mermaids: Mitigation of microplastics impact caused by textile washing processes”) tra il 26 e il 29 settembre 2017 si terrà a Capua la Conferenza Internazionale sull’inquinamento da microplastiche nel Mediterraneo.

A cura di M.B.

DA SITO “www.cmcc.it

Il Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici

Il CMCC è un ente no profit fondato nel 2005 con il supporto del MIUR e di altri ministeri tra cui quello dell’Ambiente, delle Politiche Agricole e delle Finanze nell’ambito del Programma strategico nazionale della ricerca. Dal 2015 il Centro è diventato Fondazione, per dare veste giuridica ai suoi contenuti, finalità e modalità operative. La mission della Fondazione è quella di realizzare studi e modelli del cambiamento climatico e l’interazione di quest’ultimo con la società e l’ambiente, al fine di indirizzare al meglio politiche di mitigazione e adattamento. CMCC ha sedi a Venezia, Milano, Bologna, Lecce, Viterbo e Capua e si avvale della collaborazione di centri di ricerca prestigiosi quali l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il Politecnico di Milano, l’Università di Ca’ Foscari, l’Università di Sassari e il Centro Italiano di Ricerche Aerospaziali, solo per citarne alcune. Il CMCC è diviso in otto sezioni di ricerca che dialogano tra loro integrando le diverse conoscenze nell’ambito dello studio dei cambiamenti climatici.