Il bacillo che viene dal freddo

Se pensiamo al permafrost siberiano come una sorta di frigorifero, il contenuto sono i batteri vivi che vi si trovano dai tempi delle glaciazioni e che potrebbero essere rilasciati a causa dell’aumento delle temperature e del conseguente scioglimento dei ghiacci. Il biologo dell’evoluzione Jean Michel Claverie dell’Università di Aix-Marseille, mette in guardia sul possibile ritorno in circolazione di batteri del vaiolo, antrace e persino della peste, oltre ad un gran numero di batteri di malattie a noi sconosciute del tutto. L’antrace, per esempio, considerato debellato all’inizio del secolo scorso, è tornato alla ribalta nelle cronache con un fatto inquietante del 2016: lo scioglimento di uno strato di ghiaccio in Siberia ha riportato alla luce carcasse di renne contenenti il batterio vivo che ha infettato dapprima un migliaio di renne e poi ucciso un ragazzo adolescente e la nonna di quest’ultimo. La diffusione è stata causata da un’ondata di calore che ha favorito la contaminazione prima del suolo, poi degli animali, per arrivare infine a colpire l’uomo. Batteri scomparsi da tempo e congelati vivi nel grande frigorifero che è il permafrost in Siberia ed Alaska, potrebbero ripresentarsi con effetti letali per l’essere umano, che si troverebbe impreparato ad affrontarli per mancanza di anticorpi, mancanza di cure e vaccini se si tratta di malattie sconosciute alla storia della medicina e qualora il vaccino vi fosse, potrebbe essere stato distrutto. Quest’ultimo caso riguarda il vaiolo, unica malattia ad essere stata dichiarata eradicata a fine anni ’70 e le cui scorte di vaccini sono state distrutte nel 1999.

DA “BUSINESS INSIDER”

A cura di M.B.

Le organizzazioni cattoliche in prima fila per disinvestimento su petrolio e carbone

Dai Gesuiti all’arcidiocesi di Pescara, ben 27 associazioni cattoliche italiane hanno deciso di promuovere la campagna globale per non utilizzare più i combustibili fossili e per accelerare la transizione a fonti sostenibili. La “Global Disinvestment Mobilisation” che conta più di 700 investitori istituzionali e una massa finanziaria di 5 miliardi di dollari, è l’iniziativa che le associazioni cattoliche hanno supportato sin dall’inizio. Certamente il motore di quest’impegno è stata la rivoluzionaria enciclica “Laudato si” di Papa Francesco, in cui si chiede alla chiesa e all’umanità intera di prendersi cura della “casa comune”, il nostro pianeta, sempre più inquinato dai combustibili fossili e interessato da un cambiamento climatico che già non lascia scampo ai più poveri. Le associazioni cattoliche si sono schierate per appoggiare la transizione energetica, che va accelerata quanto possibile, per scongiurare gli effetti di un riscaldamento globale fuori controllo (gli accordi di Parigi si stanno rivelando quanto mai insufficienti). Un ulteriore dato importante sull’impegno della chiesa cattolica sul tema, è che al G7 dell’Ambiente che si terrà a giugno a Bologna, sarà la stessa Conferenza episcopale italiana a promuovere un incontro.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Parte in Italia la sfida della sostenibilità

L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile ha organizzato, partendo da Napoli il 22 maggio, una maratona di 17 giorni, con oltre 200 eventi in tutto il territorio nazionale, per illustrare 17 obiettivi da raggiungere entro il 2030. I 17 obiettivi sono stati sottoscritti nel 2015 da 193 paesi nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e i seguenti sono solo alcuni esempi: acqua pulita per tutti, lavoro dignitoso, realizzazione di modelli duraturi di produzione e consumo, tutela dei mari, contrasto del cambiamento climatico e organizzazione sostenibile di città e comunità. L’Asvis ha raccolto la sfida di quest’impegno portando in Italia il primo Festival della Sostenibilità, organizzando numerose attività culturali e coinvolgendo numerosi speaker. Inoltre le più alte cariche dello stato, tra cui ben quattro ministri, ovvero Franceschini, Martina, Poletti e De Vincenti saranno presenti alla cerimonia di apertura a Napoli il 22 maggio. Enrico Giovannini, portavoce dell’Asvis, spiega come in Italia ci siano numerose criticità per quanto riguarda gli obiettivi da raggiungere e che dunque sia necessario inserire al più presto e dare priorità nell’agenda politica alla sostenibilità. L’occupazione, l’educazione e le diseguaglianze sono i punti dolenti per il nostro paese, e il 2017 dev’essere l’anno di svolta per la classe politica e la società, le quali devono prendersi la responsabilità di onorare questo impegno della sostenibilità nell’interesse di tutti.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Un atollo corallino sta per sparire

Rennell è un atollo corallino in mezzo all’oceano Pacifico, al largo delle isole Salomone, e rischia di scomparire entro poco tempo; questo piccolo paradiso custodisce un ecosistema unico e talmente ricco di biodiversità da essere stato inserito nella lista UNESCO. Il lago Tegano, con i suoi 15.500 ettari di acque salmastre abitate da una gran varietà di specie, è il fiore all’occhiello dell’atollo, il quale si è formato dalle eruzioni vulcaniche e i movimenti tettonici, ma a differenza di quelli circostanti è letteralmente ricoperto di coralli ed è caratterizzato da rocce con importanti componenti materiali di origine biologica. Purtroppo il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova Rennell che, tra l’innalzamento dei mari e i violenti cicloni, ha visto una riduzione drastica della sua superficie e c’è il rischio concreto che presto i turisti e la popolazione locale non possano più godere delle sue meraviglie.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.

Gli Stati Uniti senza ghiacciai

Secondo uno studio dell’US Geological Survey, tutti i ghiacciai americani, tranne quelli dell’Alaska, saranno fusi nel giro di pochi decenni; solo per fare un esempio, studiando il ritiro di 39 ghiacciai in Montana, al confine col Canada, negli ultimi 50 anni, è stata riscontrata una perdita di circa 85 % di ghiacci. Tutto ciò avviene mentre Trump deve decidere tra il mantenimento dell’impegno di Parigi, auspicato dalla figlia Ivanka e altri membri del suo staff, e l’annullamento di esso, per il quale spinge il nuovo capo dell’Epa, Scott Pruitt.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.