Il bacillo che viene dal freddo

Se pensiamo al permafrost siberiano come una sorta di frigorifero, il contenuto sono i batteri vivi che vi si trovano dai tempi delle glaciazioni e che potrebbero essere rilasciati a causa dell’aumento delle temperature e del conseguente scioglimento dei ghiacci. Il biologo dell’evoluzione Jean Michel Claverie dell’Università di Aix-Marseille, mette in guardia sul possibile ritorno in circolazione di batteri del vaiolo, antrace e persino della peste, oltre ad un gran numero di batteri di malattie a noi sconosciute del tutto. L’antrace, per esempio, considerato debellato all’inizio del secolo scorso, è tornato alla ribalta nelle cronache con un fatto inquietante del 2016: lo scioglimento di uno strato di ghiaccio in Siberia ha riportato alla luce carcasse di renne contenenti il batterio vivo che ha infettato dapprima un migliaio di renne e poi ucciso un ragazzo adolescente e la nonna di quest’ultimo. La diffusione è stata causata da un’ondata di calore che ha favorito la contaminazione prima del suolo, poi degli animali, per arrivare infine a colpire l’uomo. Batteri scomparsi da tempo e congelati vivi nel grande frigorifero che è il permafrost in Siberia ed Alaska, potrebbero ripresentarsi con effetti letali per l’essere umano, che si troverebbe impreparato ad affrontarli per mancanza di anticorpi, mancanza di cure e vaccini se si tratta di malattie sconosciute alla storia della medicina e qualora il vaccino vi fosse, potrebbe essere stato distrutto. Quest’ultimo caso riguarda il vaiolo, unica malattia ad essere stata dichiarata eradicata a fine anni ’70 e le cui scorte di vaccini sono state distrutte nel 1999.

DA “BUSINESS INSIDER”

A cura di M.B.